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VINIA  TANCHIS:  Hanno scritto

 

I disegni testimoniano di un’abilità ritrattistica capace di fermare uno sguardo, un sorriso, una contrazione ...
 

di Carmelino Pitzolu

 

Varia è la produzione di Vinia Tanchis.

Varia soprattutto per quanto riguarda il soggetto, l’ispirazione e la tecnica. La prima scivola dalle contorsioni di una fantasia carica dei segni simbolici di una sofferenza assurda e dura, e  testimonia di un mondo sotterraneo sempre pronto ad erompere frantumando la soglia. Ne è strumento in particolare il pennarello con i suoi colori perentori,  poco propensi alle tenui variazioni di tono e messaggeri, piuttosto, di un’inquietudine che confina con lo spasmo.

Negli acquerelli il soggetto trapassa dal paesaggio riprodotto con tinte e toni capaci di far rivivere con delicatezza le sensazioni quasi paniche delle stagioni di mezzo, ai fiori proposti con femminile sensibilità.

I disegni testimoniano di un’abilità ritrattistica capace di fermare uno sguardo, un sorriso, una contrazione, dai quali traspare il segreto di una interiorità familiare ad una madre e ad una nonna.

Nel complesso è questa l’opera di una donna che ha sperimentato della vita i lati oscuri e dolorosi come anche le tenerezze di chi nella vita ha una fede di cui è partecipe un artista come Fernando Tiboni che sa completare l’opera di formazione esercitata negli anni giovanili da Giorgio Pintus di cui la Tanchis ha avuto la fortuna di essere allieva.

Nel complesso la sua produzione ha il sapore dell’intimità, come nell’opera di chi confida nell’arte non per farne oggetto di esibizione ma per lasciare prima di tutto a se stessa una testimonianza, per affidare all’oggetto una confidenza, una confessione che valga a sottrarre agli artigli del tempo un istante, un’estasi, una trafittura, che è poi tutto ciò che rimane della vita.

 

Oristano, 27- 09 – 2007

CARMELINO PITZOLU

 Critico d’Arte e già Docente

di Storia e Filosofia al Liceo Classico

Statale “S. A. De Castro  di Oristano

                                   

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