Recensione di “ Luoghi dell’anima”

poesie di Vinia Tanchis

a cura di Fulvio Castellani 

 

Non s’acquieta mai il volo poetico, a ritroso e dentro la realtà, che Vinia Tanchis ha iniziato anni e anni orsono, e così l’amore per la lettura, la pittura, il disegno. È un volare che amalgama assai bene i mattoni d’un tempo ( ricordi di gioventù, paesaggi di un’anima dolce e leggera nella sua danza d’attese e della musica che parla del mare cullandosi nel vento del mistero e della nostalgia) al frastuono di  un oggi che scivola via nella pace di un tramonto d’oro con il profumo di zagare lontane. Si tratta di un concerto di pensieri che naviga a vele spiegate al di là di un giardino circoscritto e che abbraccia momenti di tenerezza e di serenità, di languori e di accettazione, di apertura al dopo e di religiosa condivisione.

Un frastuono quieto che si avvale di un lirismo corroborante di sussulti non estemporanei, di fughe e di ritorni. Sarebbe sufficiente leggere la poesia iniziale dedicata alla madre dai versi caldi e imbevuti d’amore:

 

non ci sei più,

ma tendimi la mano,

vieni con me,

guardiamo tra le foglie

se è nata

un’altra viola

 

per catturare in toto la bellezza e l’armoniosa semplicità della poesia di Vinia Tanchis. Se però proseguiamo nella lettura, ecco che scopriamo un mondo tutto suo che sentiamo anche nostro grazie alla sapiente miscelazione di immagini, di suoni,di ritmi intimi, di sussurri ardenti di

parole spezzate nell’ansia

di cogliere l’ultimo abbraccio…

 

Umberto Piersanti, del resto, ha evidenziato che  “Vinia Tanchis è pervasa da una profonda percezione della vita” e che “tutto  ciò che esiste, persone, cose ed animali, viene investito da questa fame di vita”. Mario Narducci a sua volta, nell’introduzione, ha fatto presente che “ la poesia di Vinia Tanchis riserva una  forte predilezione alla parola, che non è mai casuale e sostituibile, ma che è la veste propria di un verso che scivola come canto lirico”, mentre Antonio Corrias ( che ha commentato acutamente alcune poesie) ha scritto che “ tutti i componimenti nascono dall’angoscia esistenziale e dalla consapevolezza del male del vivere”. A noi piace aggiungere che Vinia Tanchis ha anche il dono di dare profondità coloristica alle sue poesie.  Sia che usi versi brevissimi, anche di una sola parola, come in “ Vacanze di Natale”, “ La fuga” e “ Io sono”, sia che dia maggiore spazio ai versi, come in “ Al mio pettirosso”, “ Baghdad” e “ La preghiera del carcerato”. Come a dire che il suo respiro espressivo non è impulsivo ma ragionato, elegante, pulito: come si conviene a chi sa vivere la poesia in ogni sua dimensione. 

 

(Poeti nella Società – ANNO VIII- Numero 40/41 - Maggio-Giugno/ Luglio-Agosto 2010, pag.14 )